Da Baiano cartoline ricche di storia. Corso Garibaldi e Piazza Ferrovia.
Ecco una seconda cartolina con la stessa piazza da angolazione diversa e, questa volta, denominata “Piazza della Ferrovia”. E’ una foto certamente più antica: non escluderei che possa risalire a fine ottocento o ai primissimi del novecento. Infatti non c’è traccia dell’architettura della piazza attuale, caratterizzata dai due piazzali alberati e simmetrici che incorniciano il centro con fontana (e poi monumento). Probabilmente dal palazzo municipale alla Stazione lo spazio era unificato e considerato come una piazza unica (Piazza della Ferrovia). Significativa la carrozza con cavalli posteggiata. All’epoca, e fino agli anni sessanta, tutto questo spazio prossimo alla Circumvesuviana era occupato e animato da numerose carrozze con cavalli, che vi stazionavano per tutta la giornata pronte ad offrire ai passeggeri arrivati col treno il servizio trasporto fino a Mugnano, Quadrelle o Sirignano. L’obiettivo è puntato verso corso Garibaldi, visibile fino a palazzo Boccieri. Da rilevare che sia il corso che la piazza non sono lastricati di basoli e quindi siano certamente molto prima degli anni venti, quando furono effettuati tali lavori. Il corso era un antico alveo e tale era rimasto per cui, ad ogni acquazzone, raccoglieva le acque piovane dalle vicine colline formando un vero e proprio torrente che scendeva rapido verso Sperone. E’ facile immaginare che, nella stagione delle piogge, l’acqua che scorreva creava difficoltà ad attraversare il corso da una parte all’altra per immettersi in via SS Apostoli e proseguire per il popolatissimo quartiere dei Vesuni. La soluzione è stata per anni e anni una specie di ponticello fatto di tavole di legno all’altezza del portone principale del comune, che, proprio per questo, è stato sempre chiamato “’o passo”. Nella foto c’è anche la conferma che il primo locale del palazzo comunale era il Bar Litto: infatti vediamo alcuni clienti seduti sul marciapiede davanti all’ingresso. Interessanti sono anche quelle piante che ornano la facciata del palazzo sul lato destro del corso, risalendo dalla piazza. Quasi certamente abbellivano l’entrata di una famosa “cantina”, attiva fino agli anni sessanta, quella di Pietro Carbone “’o sbafando” e di una pasticceria collegata. Interessante anche il locale – negozio a piano terra del palazzo a due piani, ancora esistente, che affaccia sulla piazza. L’insegna non è leggibile, ma si capisce chiaramente che è una macelleria: sulla destra, appena all’interno della porta, vi è un solido uncino di ferro al quale si agganciavano i quarti di bue da esporre (oggi è vietatissimo, ma, fino a qualche decennio fa, la carne era esposta all’aperto senza alcun problema). Il titolare era Pasqualino Picciocchi, che poi lasciò bottega e attività alla figlia “Ngiulinella a Sciuppilona”, apprezzatissima per l’eccellenza della carni dal primissimo dopoguerra fino agli anni sessanta. La qualità delle carni era anche dovuta al fatto, oggi impossibile per legge, che sia il padre che la figlia, acquistavano solo vacche selezionate che poi macellavano in proprio in un locale appena dietro la macelleria, che affacciava sulla stessa piazza.