NOCCIOLICOLTURA, RISORSA PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO FOCUS CON GENTILINI,PALMIERI,MAIETTA,SODANO,ALAIA E PETRACCA
di Gianni Amodeo
Una speciale Milonga – il ballo che rappresenta l’originale versione del Tango, la grande anima del solare ed elettrizzante folclore di Buenos Aires e dell’intera regione del Rio de la Plata– scandita dall’intensità frenetica dei ritmi della cultura musicale argentina e disegnata sulla pedana della mega-scacchiera della Villa comunale dagli ariosi volteggi inscenati con rapida eleganza da Francesco Maximo Menichini e Antonella Devastato della rinomata e prestigiosa Scuola di Tango di Marigliano.
E’ la spettacolare e coinvolgente Milonga para las abeias, la Danza d’amore per la difesa delle api,l’accorato e caldo appello a salvare le Api, da sempre generose produttrici di miele nelle fabbriche degli animati alveari e che per loro usanza e costume prediligono intrecciare fantasiose danze, mentre nell’attuale scorcio di Terzo Millennio sono duramente aggredite e esposte al rischio di estinzione sotto l’incalzare dei processi dell’inquinamento e del degrado delle matrici ambientali- terra, aria e acqua- in atto. Un fenomeno,quello dell’estinzione delle Api, la cui incontenibile diffusione costituisce anche e soprattutto una grave e preoccupante aggressione alla bio-diversità e agli equilibri dell’eco-sistema planetario, se solo si consideri la laboriosa ed essenziale funzione che svolgono da impeccabili e tenaci stakanoviste nelle molteplici dinamiche dell’impollinazione, che genera e alimenta la crescita di piante, alberi da frutta, verdure e ortaggi. Un segnale di malessere e sofferenza lanciato da Madre Natura e che interpella gli uomini e le Istituzioni di tutte le latitudini del Pianeta–Terra, perché ne rispettino i valori e le leggi.
E’ stata- questa- la chiave d’apertura del Focus calibrato su “Pesticidi, fitofarmaci e concimi: effetti nocivi su ambiente e salute pubblica”, nell’ambito delle manifestazioni e iniziative che hanno punteggiato le due giornate della ventisettesima edizione della Festa della Nocciola, con la coordinazione di chi scrive il presente report con gli elementi essenziali di trattazione; una chiave di lettura affidata alla relazione della dott.ssa Patrizia Gentilini, esperta ematologa e oncologa, all’indomani del Convegno nazionale di studio sui cambiamenti climatici, di cui stata protagonista, e svoltosi a Taranto. Impegnata sul fronte delle iniziative civiche dell’Associazione medici per l’ambiente, la dott.ssa Gentilini rivisitava il passaggio dall’ agricoltura naturale e biologica all’agricoltura industriale; passaggio , coinciso con gli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale ed innescato dal Piano Marshall in correlazione con la Rivoluzione verde, segnando l’avvento dell’ agri–chimica. Un cambiamento radicale, che ha dissolto i modelli delle pratiche agricole della tradizione plurisecolare; cambiamento, di cui sono concreta espressione i pesticidi, “ sostanze prodotte dalla chimica- spiegava- per contrastare o distruggere forme di vita- animali o vegetali- ritenute dannose per l’uomo, le colture o gli animali domestici e comprendono erbicidi, insetticidi, fungicidi, battericidi. Sono sostanze-evidenziava- la cui tossicità è persistente e di lunga durata, che non soltanto esercitano un duro impatto sugli organismi che si vogliono contrastare, ma anche sulle proprietà fisiche e chimiche dei suoli e degli eco-sistemi”.
Pensare e ritenere che i pesticidi possano conciliarsi con la sostenibilità ambientale e l’agricoltura sana é soltanto un perverso e fallace ossimoro-sottolineava- per l’intrinseca e strutturale contraddizione che divarica gli uni dalle altre. E’ la contraddizione, per la quale l’agricoltura vale e si afferma quale fonte di alimentazione sana, soltanto se è praticata senza l’utilizzo dei pesticidi. E’ il dato certo della normalità e naturalità biologica che non possono essere assicurate dall’ agricoltura industriale, in cui domina la larga applicazione dei pesticidi e dell’intera gamma dei derivati della chimica, con cui è penalizzata la qualità delle produzioni, senza dire dei residui si ritrovano sia nella frutta e nei vegetali, sia in carni, pesce e prodotti lattiero-caseari, in funzione del loro accumulo nella catena alimentare, nel segno del cibo-spazzatura.
Altri passaggi tematici erano dedicati alle patologie umane correlate con i pesticidi, dalle neoplasie tumorali alle malattie neurovegetative e cardiovascolari, dalle disfunzioni metaboliche e ormonali a quelle renali, dalle malattie respiratorie al diabete, dall’autismo alle malattie tiroidee; e sotto i riflettori erano poste le incidenze e i disordini riproduttivi nelle donne in gravidanza, l’infertilità, le malformazioni fetali e i difetti di sviluppo. Un quadro di criticità per il presente e per le generazioni future, sottolineava la dott.ssa Gentilini, con costi sociali ed economici crescenti. Una situazione, ch’è suscettibile di una sostanziale inversione di tendenza, diffondendo la conoscenza e l’uso delle pratiche agronomiche, che non fanno leva sull’uso della chimica di sintesi, causa di alterazioni e modificazioni negli equilibri naturali, e che siano, nello stesso tempo, in grado di soddisfare i fabbisogni generali per un’alimentazione sana, veicolata dall’ agricoltura dell’alternativa all’agri–chimica generalizzata. Una prospettiva d’innovazione che si può declinare, promuovendo la cultura sociale dell’ apertura e della sensibilità verso il bene comune, eludendo le seduzioni degli arricchimenti di speculazione e profitto tout-court. Come dire che l’ agricoltura sana e biologica, che si riappropria della naturalità, è possibile. Riconoscendone il valore di vita e … volendo.
L’IMPRESA CHE CONIUGA ETICA, PRODUZIONE E SALUTE
LA BUONA AGRICOLTURA , DALLA DE.CO. ALLA D.O.P.
OCCHIO ALLA PROGRAMMAZIONE DELLA REGIONE-CAMPANIA
Un monito e un auspicio, di cui si faceva interprete Pellegrino Palmieri, giovane imprenditore del settore della meccani di precisione, già amministratore comunale e attivo componente del Comitato tecnico-scientifico per il progetto del riconoscimento della Denominazione comunale di tutela della Nocciola di Avella. E’ il progetto che contempla un rigoroso “disciplinare” da osservare nelle pratiche agronomiche da diffondere per l’eccellenza del coltura della nocciola avellana, promosso e lanciato all’inizio dell’anno dalla civica amministrazione, guidata dal sindaco Domenico Biancardi, con il supporto della Comunità montana Vallo di Lauro e Partenio e varie associazioni di categoria. E il riconoscimento De.Co. si combina con gli obiettivi del Piano agricolo comunale, che prefigura vincoli di tutela pluriennale per i suoli destinati alle buone pratiche che valorizzino la coltura della nocciola dell’area nelle rinomate e pregiate varianti della Mortarella e della San Giovanni. In realtà, l’impegnativo percorso del Pac risponde in pieno anche alle normative nazionali e alle direttive comunitarie europee sia per la salvaguardia del paesaggio e dei contesti naturalistici,sia per la riduzione dell’anomalo consumo dei suoli, troppo spesso sacrificati e concessi alle urbanizzazioni di speculazione economica e cementificazioni devastatrici dei territorio.
Su queste tracce- rilevava Palmieri– si va oltre le visioni dell’ambientalismo di annuncio e di denuncia, per delineare, invece, concrete possibilità di azione sulla realtà, trasformandola e migliorandola nelle opportunità di sviluppo produttivo. Sono le possibilità, che permettono di praticare l’agricoltura dell’alternativa nel territorio d’elezione della nocciola, non a caso denominata Nux abellana nell’universale classificazione botanica di Linneo, senza dimenticare che in Spagna, la nocciola è denominata semplicemente Avellana. Ed è l’impronta dell’intrinseco connubio dell’antica città italica, fondata dagli osci con la pregiata nocciola.
Di rilievo e con la piena condivisione degli obiettivi della De.Co. erano le testimonianze di due giovani imprenditori, con eccellente formazione culturale in Scienze agronomiche e in Economia, Marco Maietta e Francesco Sodano, che operano nelle aziende agricole a conduzione familiare strutturate con impianti a filari e specializzate nella lavorazione e trasformazione della nocciola per il comparto dolciario in particolare, con la produzione di creme spalmabili ad alta valenza qualitativa e competitiva sui mercati regionali e nazionali, utilizzando al meglio l’ e–commerce. Una scelta netta e fortemente motivata per i profili di sicura innovazione, quella che veniva evidenziata da due imprenditori, con idee chiare sulle prospettive dell’agricoltura alternativa possibile in chiave-biologica; idee praticate nelle loro aziende, con importanti e significativi riscontri, riservando massima cura ai suoli.
E se Marco Maietta prospettava le ragioni, per puntare sulle aziende agricole che coniugano eticità, produzione e lavoro,a servizio della comun salute, Francesco Sodano sviluppava le ragioni della promozione della cultura d’impresa, se si vuole un destino di sviluppo al territorio; un processo obbligato di crescita, che, però, è condizionato ed osteggiato dall’eccessivo frazionamento della proprietà terriera. Una situazione che impedisce, di fatto, la formazione della “piattaforma” costitutiva per la configurazione di aziende agricole, in grado di realizzare la filiera della produzione e della trasformazione. E’ la frammentazione della proprietà che apre orizzonti di relativa e modesta produzione, per fermarsi allo stadio della commercializzazione pura e semplice del raccolto; commercializzazione condizionata e “controllata” nei prezzi dalla rete degli addetti all’intermediazione, tutt’altro che vantaggiosi per i produttori. L’associazionismo dei piccoli produttori potrebbe rappresentare una svolta, se si fanno scelte coerenti- spiegava Sodano– con il “saper fare sistema e impresa”.
Sul versante istituzionale in rappresentanza del Consiglio regionale della Campania, lucide e interessanti le linee tracciate con padronanza argomentativa e competenza dall’on.le Vincenzo Alaia, vice-presidente della commissione-sanità, e dell’on.le Maurizio Petracca, presidente della commissione-agricoltura. Un ventaglio di corpose opportunità da mettere in campo, per realizzare programmi e progetti di buona e sana agricoltura. Sono gli obiettivi dell’Osservatorio del nocciolo e del riconoscimento Dop per la Nocciola avellana, caldeggiati da Alaia, e le straordinarie opportunità del Piano di sviluppo rurale della Campania e del Gruppo d’azione locale inclusivo del Serinese-Solofrano, del Montorese e del Baianese; una partita, quella del Psr e del Gal, che privilegia- sottolineava Petracca– gli imprenditori agricoli per il 75% delle risorse disponibili per la programmazione in corso, pari a tre miliardi complessivi per l’intera regione.
Il sigillo era impresso dall’intervento da Enrico Montanaro, sindaco di Baiano, che dava risalto al qualificato livello di conoscenza e di approccio politico espresso dal Focus, “elemento forte e caratterizzante della Festa della Nocciola”.